27/04/12

La Bat-mania dilaga

Batman non ha superpoteri. Nessun ragno radioattivo l'ha morso, non viene da un pianeta lontano lontano. È semplicemente un uomo, un uomo che con fatica e sudore – e con il suo gigantesco patrimonio – ha forgiato il suo fisico e la sua volontà per vendicare i suoi genitori, uccisi da un rapinatore. È il vendicatore mascherato per eccellenza, con nemici di tutto rispetto come il Joker, il Pinguino, l'Enigmista e Catwoman.

Da più di vent'anni ha trovato una seconda giovinezza sul grande schermo, prima col volto di Micheal Keaton nella Gotham City onirica e nebbiosa di Tim Burton. Indimenticabili i reporter che indossano vestiti d'Armani e sfoggiano cotonature del tempo che fu.

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Ora ha i lineamenti marmorei di Christian Bale che ne ha già indossato il costume in Batman Begins e nello splendido The dark night, molto più di un cinefumetto. Una riflessione sul bene e sul male, una lotta senza esclusione di colpi tra la luce e la tenebra che sta nel cuore di ogni uomo. Ma Batman è soprattutto un grande merchandise che prosegue senza fine dagli anni d'oro della Dc Comics, sin dalle prime psichedeliche trasposizioni cinematografiche degli anni Sessanta con le onamatopee che uscivano fuori da mivar panciuti a rimarcare ogni cazzotto di Adam West.

Il passerotto blu che divenne un'aquila

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Sono già più di 500 i milioni di utenti che nel mondo cinguettano. 140 caratteri per informare, denunciare, condividere e dialogare. In bilico tra gli snob della prima ora che si tengono lontani da facebook – Zuckerberg? giammai! - e denunciano i nuovi twittatori che usano il nobile strumento e la sua sintesi da sms per chattare. La pletora dei vip lo preferisce, con scoop e guerre nate per un tweet di troppo, come la famosa querelle tra il blogger Perez Hilton e la figlia della testa rasata e calda di Bruce Willis e Demi Moore, nata dai commenti al peperoncino per la generosa scollatura della baby Tallulah. Se Oltreoceano il passerotto blu vola sempre più su, oltre le antenne e gli aquiloni, qui nell'italico Stivale l'ultima moda è abbandonare la piattaforma. A iniziare sempre lui, Fiorello, lo showman siculo, dopo gli elogi sperticati del sempre ruvido Aldo Grasso, ha lasciato orfani i suoi 539mila follower per migrare con la sua rassegna stampa arruffata su YouTube. L'ha seguito a ruota qualche altro vip o aspirante tale che dopo aver scoperto come impiegare il costosissimo tablet o lo smartphone più complicato della plancia comandi d'uno Shuttle ha preferito tornare al silenzio stampa per evitare fraintendimenti.

Il Giro d'Italia, il vero social network

Il mio servizio sulla presentazione delle Maglie Ufficiali del Giro d'Italia 2012.

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Sono state presentate al Just Cavalli Cafè di Milano le quattro maglie ufficiali del Giro d'Italia 2012. Andrea Monti, direttore de La Gazzetta dello Sport, ricorda i valori della corsa in rosa, che apre ai social network senza dimenticare la sua storia centenaria.
Da quest'anno la Maglia Azzurra sponsorizzata da Banca Mediolanum sostituirà la Maglia Verde come casacca di leader della classifica del Gran Premio della Montagna. Un'occasione unica per rilanciare lo sport più puro e leale.

23/04/12

Il figlio del Maresciallo

Questo ricordo, lo vorrei raccontare…
Ma così, si è già spento…non resta quasi niente
Perché lontano, ai miei primi verdi anni sta
Kavafis


fatmanIn tv passavano le improbabili cotonature dei protagonisti di Beverly Hills 90210. Il massimo di tecnologia disponibile era l’agendina elettronica che permetteva di fare le facce degli amici, caricature da pochi pixel per portarsi dietro i numeri di casa. Perché il cellulare era un mattone, privilegio di manager e medici reperibili. In tv passava ancora Batman, l’uomo pipistrello. E il bimbetto e il suo cuore di ciccia adorava le avventure dell’alter ego di Bruce Waine. Superman veniva da un pianeta lontano lontano su una navicella spaziale finita nel Kansas, là dove la Dorothy del Mago di Oz aveva iniziato le sue mirabolanti avventure. Tutti gli altri erano diventati supereroi con un’esplosione atomica o incidenti in laboratorio. No, Bruce s’era messo d’impegno per vendicare i genitori e con dedizione quotidiana era diventato l’Uomo Pipistrello. Perfino l’Uomo Ragno aveva avuto bisogno del morso del ragno radioattivo. Quel bimbetto voleva solo una cosa, mentre in tv passavano i coloratissimi Power Rangers. Voleva indossare per il Carnevale sempre più vicino il costume del suo eroe. Che era più in carne di tutti i coetanei l’aveva sempre saputo. La certezza però arrivò nel negozio di giocattoli. Il costume di Batman era solo per bambini “normali”. La commessa di Disneyland era stata diretta come uno starnuto: li abbiamo solo per bambini NORMALI. L’aveva detto così, tutto in maiuscole. Il cuore del ragazzetto accelerò, se lo sentì in gola. I genitori lo guardarono come se avessero sempre evitato di pensare che quella ciccia fosse attaccata alle ossa del loro picciriddo. Smise d’essere piccolo proprio in quel momento. Se Bruce era diventato Batman a forza di piegamenti e addominali, lui avrebbe detto addio a quella panza che lo ancorava alla terra e non gli faceva spiccare il volo tra i tetti di Bagheria. Iniziò così l’inutile tour di nutrizionisti e dietologici.

10/04/12

L'allenato periodista che lieto (video)intervista

Mesi e mesi a chiudere vocali per smentire la mia intartarata sicilianità per poi scoprire che nel format finale si vede solo la mia fotogenica mano...

Ecco le mie prime quattro videointerviste, realizzate nella mia avventura milanese, in bilico tra tecnologia e digital marketing.
[youtube http://www.youtube.com/watch?v=TGrDrjuVMH8]

06/04/12

A volte anche i dicotomici furori ritornano

testata vecchio splinder

 

[UPDATE: ora li trovate anche direttamente su questo blog, nel mega-archivione. Meglio abbondare che mancare]

Salvati dall'oblio splinderiano, ritornano cinque anni di Dicotomici Furori. I miei primi passi sul web, all'alba dei blog.
Letti e riletti più di 120mila volte, ora son tutti su http://toninopintacuda.blogspot.it/

Con pezzi storici come Il lepronte, ovvero i miei mercoledì cinematografici con cugini di contorno
Mio cugino ha una scala di giudizi che oscilla tra tre diverse aree: "Minchia ru paccu" (trad. per i non siculofoni: "Il film partiva bene ma il regista non è riuscito a portare a termine coerentemente i fili che andava intrecciando, sceneggiatura carente, cast discreto. Crolla miseramente nel finale e non bastano mica le tette della tipa a risollevare le sorti della pellicola.") - "Graziusu" (trad. "sceneggiatura decisamente originale e eccellente cast, si notava però la mancanza delle degne tette di una tipa per portare il film nell'olimpo dei capolavori") - "Ce lo rivediamo?" (trad. "un capolavoro, tutti gli elementi incastrati bene nella sceneggiatura, il tempo darà alla pellicola la patina del classico. Consiglierei una immediata e ulteriore visione per coglierne appieno gli snodi principali"). Francesco invece ha solo due rutti: rutto tremens vs. rutto melodico.