21/12/09

Il tavolo di Natale



È in edicola il nuovo numero de L'Approfondimento di Bagheria e dintorni, ultimo numero del 2009, l'anno di Baarìa, e dell'emergenza rifiuti, in primo piano il bilancio dei primi tre anni dell'amministrazione Sciortino e un mio racconto: il tavolo di Natale.

Buona lettura.

Un popolo di imprenditori

Sarà stato il timballo di broccoli e il suo insostenibile peso specifico per porzione ma ieri proprio non riuscivo a prender sonno. Ho provato coi Beati Paoli, ma quelli della Flaccovio hanno scelto dei caratteri così piccoli che a leggerlo a letto proprio non ci si  riesce. E storie di vendetta così inturciuniate e appassionanti non son proprio consigliate per corteggiare Morfeo.

Allora ho fatto quello che sempre faceva mio padre: accendere la tv per tendere agguati ai sogni che si fanno aspettare. E non fregandomene nulla di calcio ho sterzato su Rai3 dove c'era quella che faceva la pubblicità del caffè solubile che intratteneva i suoi ospiti col suo tono monocorde parlando della crisi occupazionale con fior fior di ospiti: Sergio Rizzo, coautore di Gian Antonio Stella per La Casta e penna di punta del Corrierone; Andrea Pezzi stempiato e sempre più distaccato da questo mondo, un imprenditore che in punta di fallimento prima dei fatidici trent'anni ebbe la botta di culo di cambiar rotta e costruire barche di lusso e poi lei. Una a caso, una laureata in scienze diplomatiche che era stata in mezzo ai canguri, tra le piramidi per poi ritornare a tentar di spiegare le promozioni della Tim a noi povera gente comune che mai potremmo capirle.

Quest'ultima, nostra sorella ideale nell'eletta schiera dei paratrentenni è bella, mezza finlandese e pure di famiglia agiata. Invece di far come tutte le mezze finlandesi e rifarsi le zizze per far carriera in tv voleva - che ardita! - non gravare sulla famiglia, diventata il più gettonato ammortizzatore sociale.

Il ritorno di Stilos



Stilos era un settimanale di informazione libraria e letteraria, fondato e diretto da Gianni Bonina. Prima allegato a La Sicilia, poi settimanale autonomo. Scomparso nelle edicole e rinato come portale sotto nuovo nome: Il Sottoscritto.

Adesso ritorna su carta, col vecchio e glorioso nome come rivista mensile a cui è già possibile abbonarsi. Per maggiori dettagli abbonamenti@stilos.it. Un'ottima idea per un regalo di Natale.

20/12/09

Scremature

Niente manifesti, niente bollettini, niente promesse da mancare. Qui si scola il superfluo e rendo grazie ai social network che sono riusciti a farmi rimpiangere e  anelare quel baule pieno di gemme che era la blogosfera.

Ho "riabbracciato" vecchi amici, infischiandomene di come la vita abbia tracciato mappe di rughe sulle loro facce, di quanti status sentimentali abbiano cambiato. Tutto mi rinvia alle loro vere case, quei blog che personalizzavano sudando sopra ogni parola. Che piacere raro rileggere Mangino Brioches, Sonnenbarke, perfino la prosa sincopata del buon vecchio Apolide...

Una sporgenza

Quando è nato un blog lo avevamo in cento, adesso siamo ancora in cento perché tutti gli altri sono passati ai socialcosi. Siamo quelli che scrivono più di 140 caratteri, e sembriamo una setta di massoni ottocenteschi: insomma, siamo diventati vintage in sei anni. (Sir Squonk, “And… we’re back! (PslA strikes again, 2009 version: “Hop Hop Hop”)

via Strelnik


Nostalgico vagavo alla ricerca dei vecchi link, gente di cui ignoravo facce e compleanno ma che leggevo spesso e volentieri, senza aggiornamenti in tempo reale. Gente che si metteva davanti al monitor per condividere sensazioni vitali e non l'ultima frignata in bilico sull'ultimo video di youtube.

Gente che aveva davvero qualcosa di buono e giusto da mettere da parte per fertili e future riletture. La stessa cosa la facevo pure io affettando la vita a paragrafi, sfumando indistintamente verso un nuovo giorno. Un trucco, un piacevole trucco, rielencare quanto m'era successo per dargli un senso. Esercizio vano e fruttuoso di cui ancora oggi sento un vivo, vero e vitale bisogno. Anche se molti hanno avuto gioco facile a scrollarmi di dosso speranze e aspirazioni, che son tutti bravi a dirti che non ne vale la pena di intrecciare sillabe da sottrarre all'oblio. Progrediscono lenti i giorni.

Dopo due lauree, settecento pezzi, cinquanta e passa racconti che si guadagnano sempre più carta in maniera del tutto indipendente, sono qui. I racconti? Che gioia era vederli stampati e letti. Nei giorni che ho trascorso a Livigno dalla mia bella, complice la neve (Che ne sarà delle neve? Che ne sarà di noi?) ho riguadagnato il vuoto, l'unica sensazione da cui è possibile - nuovamente - ripartire.

Che a far personali remake si corre il rischio di far la fine di quelli di X-files che era meglio lasciarli vivere nel ricordo piuttosto che rivederli in preda a teste trapiantate. Che si finisce sempre a girarsi per vedere da dove siamo partiti.

Ho letto metà dell'ultimo libro di Starnone, Spavento (Einaudi, 20 €). Il bollino Siae rivela che il titolo doveva essere "Sangue occulto" che sarebbe stato un suicidio commerciale. Il libro t'avvolge e ti mette davanti a tutte le paure che abbiamo dentro le cellule, destinati a progressiva e inevitabile disgregazione dei tessuti. Inutile evitar pepe, peperoncino e grassi saturi. La morte t'aspetterà paziente. E ti farà pisciare sangue, fiotti rossi e densi. O ritrovarsi a rimirar nella tazza il proprio melema, sangue digerito, nero come la pece. Paure irrazionali, veder violati i propri orifizi per tentar d'arginare l'ineluttabile.

Aggirarsi per un racconto abbandonato è come passeggiare in una città bombardata. E' questo l'incipit dell'ultima parte del libro. Ecco. Tocca anche a me.

01/12/09

Un gelato al limon

Ecco, come s'è conclusa la serata di venerdì: baciando un airbag dopo che un maligno colpo di sonno ci ha fatto sbandare. Ho una piccola lesione sternale e un pernicioso dolore al collo che m'impedisce di leggere a letto. E io senza leggere proprio non ci riesco a prender subito sonno.

Il bilancio? Tre automobili completamente distrutte, scene d'isteria collettiva da parte dei proprietari delle due auto posteggiate e innocenti massacrate dal nostro veicolo, un palo divelto e tanta, tantissima paura. Che poi sono tutte minchiate che uno si sbobina il film della propria esistenza: la prima stringa di pensieri è stata la mia donna tra le nevi perenni, gli occhiali nuovi che proprio non riuscivo a ritrovare e soprattutto perché avevo cenato con un rivoltante sorbetto al limone mentre tutti gli altri commensali s'erano concessi una supercoppa con cioccolato e panna?