cercavo parole e ho capito che il mio papuzzo aveva già detto tutto, faccio mie le sue densissime parole:
«Augurando un buon nuovo anno, in fondo, noi esprimiamo il contenuto di nostri sogni. "I sogni sono gratis." - mi dice un'amica in un'altra lista.
Soprattutto sono un diritto inalienabile, forse sono anche il carburante del mondo. Se a volte non si può pensare positivo, tra le maglie del nostro articolato e motivato pessimismo, si può sempre insinuare, timida o prorompente, una scheggia di sogno . Quelli, i sogni, sono indomabili, inaddomesticabili, sono nudi del loro candore ed a volte, proprio col loro candore, ti suggeriscono a mezze labbra parole di speranza. Il segreto forse sta nel non subirli i sogni, ma assecondarli. Fai presto a dire - mi dico e mi direte - quando questo capodanno coincide con la più grande contraddizione che gli eventi potevano confezionarci. I telegiornali ci dicono che in tutto il mondo questo sarà un capodanno diverso, in cui la festa di consuetudine, la consuetudinaria aspettativa del meglio, sarà macchiata dalle immagini e dal pensiero della catastrofe. E poi, con pensiero a cascata, dalla precarietà della altrui e nostra vita, da un senso di apocalisse imminente. Non lo so se sarà così. Non so se sarà un capodanno a mezz'asta. Non so se godere comunque d'una festa consuetudinaria di speranza sia egocentrismo e contraddica realmente la lapalissiana sofferenza d'un cosmo a macchia di leopardo, dove c'è chi piange i morti e chi brinda. Forse azzittire la festa è un atto di rispetto. O forse è una operazione inconsciamente ipocrita. Aspettando l'anno nuovo, ognuno a modo suo mette in campo il suo personale esercito di sogni e gli fa fare manovre di speranza.»
Costantino Simonelli.