07/04/08

Tanto per digitare

Sono appena tornato da Reggio, dallo splendido Quinto Convegno Nazionale sulla Letteratura organizzato dalle Pietre di Scarto e dalla Federazione BombaCarta.



Il tema di quest'anno era La poesia. Vivere nella possibilità.



Qui potete leggere l'intervento introduttivo di Antonio Spadaro, dal titolo fortemente evocativo: La parola poetica: farfalla infilzata o conchiglia marina?



... Karl Rahner pone una differenza fondamentale tra parole che sono come «farfalle morte, infilzate nelle vetrine dei vocabolari», e parole viventi, che esistono da sempre e che, «quasi per miracolo, rinascono continuamente».



Queste ultime, anche attraverso l’indicazione di una cosa sola, «lasciano trasparire la infinita gamma della realtà, simili a conchiglie dentro le quali risuona il vasto mare dell’infinità. Sono esse che ci illuminano e non noi a illuminarle. Esse esercitano un potere su di noi, perché - scrive Rahner - sono doni di Dio e non invenzioni umane, anche se è grazie alla tradizione degli uomini, che sono potute giungere sino a noi». La conchiglia (Muschel) è l’efficace simbolo per dire l’infinità presente nella finitudine della parola.



Le parole che sono «farfalle morte» sono senza mistero, superficiali, sufficienti per la mente, utilitarie (Nutzworte). Le parole-conchiglia sono oscure, perché «evocano il mistero luminosissimo delle cose». Sono queste le parole della poesia, le parole, «primigenie» o, meglio ancora, «originarie», dell’origine, (Urworte). In questa parola l’uomo accosta «l’orecchio alla conchiglia del mondo». Il mondo, a sua volta, è conchiglia ha scritto il poeta bresciano Giovanni Cristini (1925-1995): L’universo non è / che un geroglifico immenso, un grumo / di segni, una conchiglia, un nido / indecifrabile agli occhi / della mente e del cuore.

L'inquietudine di Proust

proust nel letto di morte

«La speranza di sopravvivere e di rivivere nella sua opera, che percorsa dall’inquietudine perseguitò senza tregua Marcel Proust, eccola pronta a ricevere la più smagliante delle conferme. Ogni giorno gli regala nuovi lettori, o per meglio dire, nuovi amici.



Ogni giorno Proust viene “scoperto” da qualcuno, ogni giorno qualcuno entra nel suo libro con lunga meraviglia. E così a poco a poco si organizza e si sviluppa la sua resurrezione.



Egli non morirà mai più per tutti gli spiriti che andrà seducendo, egli troverà un eterno accrescimento di esistenza, la più vera immortalità»

Jacques Rivière

fonte: proust.it

02/04/08

Strenne primaverili nel sogno del babbaluci degenerato



La primavera tarda ad arrivare ma ugualmente il curatore di questo spazio vi pensa e  vi regala due dicotomiche novità:


  • Le prime due puntate de La degenerazione del calcagnolo, un audio-web-feuilletton: (1) (2)

  • L'ebook Il sogno dei babbaluci, che recita come sottotitolo "caponate adolescenziali"




Buone letture...