16/11/12

LEZIONI DI MARKETING | Philip Kotler: 'L'Italia ha dimenticato il marketing'

[Ho avuto l'onore di intervistare una leggenda vivente del marketing, il professor Philip Kotler, in occasione del suo intervento al World Business Forum 2012]

Il suo Marketing Management, giunto alla 14esima edizione, è universalmente riconosciuto come la 'bibbia' del marketing moderno. Imprescindibile lettura per ogni marketer o aspirante tale. Philip Kotler non ha bisogno di presentazioni. Una vita intera dedicata a rivoluzionare una disciplina che è radicalmente mutata, la stessa 'arte e scienza' in cui, come ama ripetere il professore, 'l'unica costante è il cambiamento'.

LA BELLEZZA DELL'ITALIA L'occasione per ritornare a parlare a una platea italiana è stata la sua partecipazione alWorld Business Forum organizzato da Wobi. Un'ora e mezza densa di stimoli e utili consigli per comprendere il marketing che verrà in un mondo sempre più globalizzato che deve necessariamente confrontarsi con l'egemonia dellaChindia, l'ideale continente nato dai bassissimi costi di produzione che caratterizzano i mercati indiani e cinesi. “L'Italia ha dimenticato il marketing” esordisce Kotler, ricordando che prima veniva ogni anno a confrontarsi con il Bel Paese. Non risparmia un attacco inequivocabile a quello che il marketing è diventato in Italia. “I call center non sono marketing”. Essere tempestati di offerte a qualsiasi ora del giorno, a questo è stato ridotto il marketing. In un mondo che ha sempre più bisogno di bellezza, l'Italia deve offrirne un po' della sua: “Dovete sfruttare la vostra!”. Come ricorderà chiudendo il suo applauditissimo intervento, ammonendo gli italiani “Continuate a sfruttare i vostri tesori. Donate un po' della vostra bellezza al mondo!”. Continua a leggere su MyMarketing.Net

[youtube http://www.youtube.com/watch?v=PSLQED7v0uo]

27/04/12

La Bat-mania dilaga

Batman non ha superpoteri. Nessun ragno radioattivo l'ha morso, non viene da un pianeta lontano lontano. È semplicemente un uomo, un uomo che con fatica e sudore – e con il suo gigantesco patrimonio – ha forgiato il suo fisico e la sua volontà per vendicare i suoi genitori, uccisi da un rapinatore. È il vendicatore mascherato per eccellenza, con nemici di tutto rispetto come il Joker, il Pinguino, l'Enigmista e Catwoman.

Da più di vent'anni ha trovato una seconda giovinezza sul grande schermo, prima col volto di Micheal Keaton nella Gotham City onirica e nebbiosa di Tim Burton. Indimenticabili i reporter che indossano vestiti d'Armani e sfoggiano cotonature del tempo che fu.

[youtube http://www.youtube.com/watch?v=HlsM2_8u_mk]

Ora ha i lineamenti marmorei di Christian Bale che ne ha già indossato il costume in Batman Begins e nello splendido The dark night, molto più di un cinefumetto. Una riflessione sul bene e sul male, una lotta senza esclusione di colpi tra la luce e la tenebra che sta nel cuore di ogni uomo. Ma Batman è soprattutto un grande merchandise che prosegue senza fine dagli anni d'oro della Dc Comics, sin dalle prime psichedeliche trasposizioni cinematografiche degli anni Sessanta con le onamatopee che uscivano fuori da mivar panciuti a rimarcare ogni cazzotto di Adam West.

Il passerotto blu che divenne un'aquila

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Sono già più di 500 i milioni di utenti che nel mondo cinguettano. 140 caratteri per informare, denunciare, condividere e dialogare. In bilico tra gli snob della prima ora che si tengono lontani da facebook – Zuckerberg? giammai! - e denunciano i nuovi twittatori che usano il nobile strumento e la sua sintesi da sms per chattare. La pletora dei vip lo preferisce, con scoop e guerre nate per un tweet di troppo, come la famosa querelle tra il blogger Perez Hilton e la figlia della testa rasata e calda di Bruce Willis e Demi Moore, nata dai commenti al peperoncino per la generosa scollatura della baby Tallulah. Se Oltreoceano il passerotto blu vola sempre più su, oltre le antenne e gli aquiloni, qui nell'italico Stivale l'ultima moda è abbandonare la piattaforma. A iniziare sempre lui, Fiorello, lo showman siculo, dopo gli elogi sperticati del sempre ruvido Aldo Grasso, ha lasciato orfani i suoi 539mila follower per migrare con la sua rassegna stampa arruffata su YouTube. L'ha seguito a ruota qualche altro vip o aspirante tale che dopo aver scoperto come impiegare il costosissimo tablet o lo smartphone più complicato della plancia comandi d'uno Shuttle ha preferito tornare al silenzio stampa per evitare fraintendimenti.

Il Giro d'Italia, il vero social network

Il mio servizio sulla presentazione delle Maglie Ufficiali del Giro d'Italia 2012.

[youtube http://www.youtube.com/watch?v=6glwvu2L3Wc]

Sono state presentate al Just Cavalli Cafè di Milano le quattro maglie ufficiali del Giro d'Italia 2012. Andrea Monti, direttore de La Gazzetta dello Sport, ricorda i valori della corsa in rosa, che apre ai social network senza dimenticare la sua storia centenaria.
Da quest'anno la Maglia Azzurra sponsorizzata da Banca Mediolanum sostituirà la Maglia Verde come casacca di leader della classifica del Gran Premio della Montagna. Un'occasione unica per rilanciare lo sport più puro e leale.

23/04/12

Il figlio del Maresciallo

Questo ricordo, lo vorrei raccontare…
Ma così, si è già spento…non resta quasi niente
Perché lontano, ai miei primi verdi anni sta
Kavafis


fatmanIn tv passavano le improbabili cotonature dei protagonisti di Beverly Hills 90210. Il massimo di tecnologia disponibile era l’agendina elettronica che permetteva di fare le facce degli amici, caricature da pochi pixel per portarsi dietro i numeri di casa. Perché il cellulare era un mattone, privilegio di manager e medici reperibili. In tv passava ancora Batman, l’uomo pipistrello. E il bimbetto e il suo cuore di ciccia adorava le avventure dell’alter ego di Bruce Waine. Superman veniva da un pianeta lontano lontano su una navicella spaziale finita nel Kansas, là dove la Dorothy del Mago di Oz aveva iniziato le sue mirabolanti avventure. Tutti gli altri erano diventati supereroi con un’esplosione atomica o incidenti in laboratorio. No, Bruce s’era messo d’impegno per vendicare i genitori e con dedizione quotidiana era diventato l’Uomo Pipistrello. Perfino l’Uomo Ragno aveva avuto bisogno del morso del ragno radioattivo. Quel bimbetto voleva solo una cosa, mentre in tv passavano i coloratissimi Power Rangers. Voleva indossare per il Carnevale sempre più vicino il costume del suo eroe. Che era più in carne di tutti i coetanei l’aveva sempre saputo. La certezza però arrivò nel negozio di giocattoli. Il costume di Batman era solo per bambini “normali”. La commessa di Disneyland era stata diretta come uno starnuto: li abbiamo solo per bambini NORMALI. L’aveva detto così, tutto in maiuscole. Il cuore del ragazzetto accelerò, se lo sentì in gola. I genitori lo guardarono come se avessero sempre evitato di pensare che quella ciccia fosse attaccata alle ossa del loro picciriddo. Smise d’essere piccolo proprio in quel momento. Se Bruce era diventato Batman a forza di piegamenti e addominali, lui avrebbe detto addio a quella panza che lo ancorava alla terra e non gli faceva spiccare il volo tra i tetti di Bagheria. Iniziò così l’inutile tour di nutrizionisti e dietologici.

10/04/12

L'allenato periodista che lieto (video)intervista

Mesi e mesi a chiudere vocali per smentire la mia intartarata sicilianità per poi scoprire che nel format finale si vede solo la mia fotogenica mano...

Ecco le mie prime quattro videointerviste, realizzate nella mia avventura milanese, in bilico tra tecnologia e digital marketing.
[youtube http://www.youtube.com/watch?v=TGrDrjuVMH8]

06/04/12

A volte anche i dicotomici furori ritornano

testata vecchio splinder

 

[UPDATE: ora li trovate anche direttamente su questo blog, nel mega-archivione. Meglio abbondare che mancare]

Salvati dall'oblio splinderiano, ritornano cinque anni di Dicotomici Furori. I miei primi passi sul web, all'alba dei blog.
Letti e riletti più di 120mila volte, ora son tutti su http://toninopintacuda.blogspot.it/

Con pezzi storici come Il lepronte, ovvero i miei mercoledì cinematografici con cugini di contorno
Mio cugino ha una scala di giudizi che oscilla tra tre diverse aree: "Minchia ru paccu" (trad. per i non siculofoni: "Il film partiva bene ma il regista non è riuscito a portare a termine coerentemente i fili che andava intrecciando, sceneggiatura carente, cast discreto. Crolla miseramente nel finale e non bastano mica le tette della tipa a risollevare le sorti della pellicola.") - "Graziusu" (trad. "sceneggiatura decisamente originale e eccellente cast, si notava però la mancanza delle degne tette di una tipa per portare il film nell'olimpo dei capolavori") - "Ce lo rivediamo?" (trad. "un capolavoro, tutti gli elementi incastrati bene nella sceneggiatura, il tempo darà alla pellicola la patina del classico. Consiglierei una immediata e ulteriore visione per coglierne appieno gli snodi principali"). Francesco invece ha solo due rutti: rutto tremens vs. rutto melodico.

26/03/12

La #giornatadellalentezza col Piccolo Principe

Era un mercante di pillole perfezionate che calmavano la sete. Se ne inghiottiva una alla settimana e non si sentiva più il bisogno di bere.
"Perché vendi questa roba?" disse il piccolo principe.
"È una grossa economia di tempo", disse il mercante, "Gli esperti hanno fatto dei calcoli. Si risparmiano 53 minuti a settimana".
"E cosa se ne fa di questi 53 minuti?"
"Se ne fa quel che si vuole..."
"Io", disse il piccolo principe, "se avessi 53 minuti da spendere, camminerei adagio adagio verso una fontana..."

12/03/12

Trent'anni di sano orgoglio terrone. Pantacalze da neve a parte!

Eccomi al giro di boa dei fatidici 30 anni. Qui in questa città che giorno dopo giorno è diventata la mia casa. Come dice un'altra illuminata neo-milanese “le radici le senti più forti quando lasci la tua terra”. Mesi vissuti come sempre schiacciando a tavoletta sull'acceleratore questi ultimi che ci separano dalla scorsa puntata.

Progetto dopo progetto, proprio un paio di giorni fa ho firmato il contratto che mi legherà per un altro anno alla città della Madonnina. Già la certezza semestrale era stata un passo avanti, ora si fa sul serio. Un anno intero. Posso finalmente prenotare con generoso anticipo i biglietti aerei per tornare a Bagheria. Sarà che come dice il Professor Monti “il posto fisso non esiste più”. E chi l'ha mai voluto. È vero, il paradigma del lavoro assicurato dalla culla alla tomba ha creato mostri come Fantozzi. Ma tra un caffè e una sigaretta fumata nelle troppe poche pause che la Lombardia concede, ho avuto modo di confrontarmi con i miei coetanei cresciuti ad altre latitudini. Uno spaccato completo del Belpaese. Nessuno vuole il posto fisso, basterebbe soltanto lo stipendio assicurato! A guardare i ragazzi che dividono con me le stanze del nostro ostello di lusso, il mondo sarà dominato da infermieri e ingegneri gestionali e informatici. Tutti qui, pronti a inamidarsi camicie e calzini spargendo curricula.

27/01/12

Il sorriso oscuro e felice di Liz Taylor, per non dimenticare

Il 20 gennaio del 1942 durante la conferenza di Wansee fu decisa la “soluzione finale”. L’ordine fu impartito dai gerarchi nazisti: gli ebrei dovevano essere annientati. Il Parlamento italiano con la legge 211 del 20 luglio 2000 ha istituito il giorno della memoria: la data scelta è il 27 gennaio. Per ricordare i sei milioni di ebrei che furono trucidati dietro il folle progetto di Adolf Hitler.

Leggiamo nel primo articolo della legge 211/2000: “La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonchè coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati”.

E ancora più importante la conclusione dell’articolo 2 che sottolinea l’importanza della testimonianza al fine di “conservare nel futuro dell’Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere”.
Non si deve dimenticare “quello che è stato”. Con questa espressione il poeta rumeno Paul Celan, sopravvissuto anche lui al campo di sterminio si riferiva alla Shoah.

Ancora più duro è il critico letterario George Steiner che dice che si dovrebbe bandire la parola Olocausto, d’uso corrente per la soluzione finale, perché Olocausto è "parola nobile che indica sacrificio". Non c’è nobiltà e non c’è sacrificio nella lucida follia dei nazisti.
Paul Celan non sopravvisse al fardello del ricordo, nel 1970 si gettò nella Senna, a Parigi. Si diede la morte per acqua per dar pace ai fantasmi che lo portarono nelle spire di una cieca depressione. Anche Primo Levi nel 1987 decise di morire gettandosi nella tromba per le scale.
E l’elenco di sopravissuti che scelsero il suicidio potrebbe continuare. La spiegazione è lampante: non si può continuare a vivere dopo aver visto l’abisso della malignità umana.

Si sono tentati vari approcci per cercare di rendere testimonianza dell’evento disumanizzante che ha lacerato il tempo e l’inviolabilità dell’uomo. Tra questi, quello del regista Jean-Luc Godard e dei suoi documentari Histoire(s) du cinéma è particolarmente significativo.

25/01/12

Il mio 2011

Il 2011 di questo blog.



 

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