07/05/16

Tutti gli esseri hanno un destino di felicità

Diventai un'opera favolosa: vidi che tutti gli esseri hanno un destino di felicità: l'azione non è la vita, ma un modo di sprecare una qualche forza, uno snervarsi. La morale è una debolezza del cervello.

A ogni essere, mi sembravano dovute molte altre vite. Quel signore non sa quel che fa: è un angelo. Questa famiglia è una nidiata di cani. Di fronte a molti uomini, parlai ad alta voce con un istante delle loro altre vite. - Fu così che amai un porco.
Nessun sofisma della follia, - la follia che viene rinchiusa, - è stato da me dimenticato: potrei ripeterli tutti, ho il sistema.

La mia salute fu minacciata. Arrivava il terrore. Piombavo in sonni di giorni e giorni, e, alzato, continuavo i sogni più tristi. Ero pronto per il trapasso, e lungo una via di rischi la mia debolezza mi guidava ai confini del mondo e della Cimmeria, patria dell’ombra e dei gorghi.

Fui costretto a viaggiare, a distrarre gli incantesimi riuniti nella mia mente. Sul mare, che amavo come se avesse dovuto lavarmi da qualche sozzura, vedevo levarsi la croce consolatrice. Ero stato dannato dall'arcobaleno. La Felicità era il mio fato, il mio rimorso, il mio tarlo: la mia vita sarebbe stata sempre troppo immensa per dedicarla alla forza e alla bellezza.

La Felicità! Il suo dente, mortalmente dolce, mi avvertiva al canto del gallo, - ad matutinum, al Christus venit, - nelle città più buie:

O castelli, o stagioni!
C'è anima senza difetti?

Ho fatto i magici studi
Della felicità, che non si elude.

Salve a lei sempre, quando
Canta il celtico gallo.

Ah! non avrò mai più desideri:
Si è fatta carico della mia vita.

L'incanto ha preso anima e corpo
Disperdendo ogni sforzo.

O castelli, o stagioni!
Ahimè, l'ora della sua fuga
Segnerà l'ora del trapasso.

O castelli, o stagioni!

Tutto è passato, oggi so dire addio alla bellezza.

A. RIMBAUD, Opere complete, a cura di Antoine Adam e Mario Richter, traduzioni di Gian Piero Bona, Maria Emanuela Raffi, Massimo Scotti, Torino, Einaudi Gallimard, “Biblioteca della Pléiade”, 1992

2 commenti:

L'esageratore ha detto...

che bello che sei tornato :)

Antonino Pintacuda ha detto...

E chi se n'è mai andato? Come un fiume carsico la scrittura e la lettura ci accompagnano e ci accompagneranno sempre, Amice!